martedì 28 maggio 2013

Io sono leggenda - Richard Matheson



Premetto che incominciare a scrivere questa recensione non è stato per niente facile.
Le troppe emozioni e riflessioni scatenate dalla lettura di questo capolavoro avevano prodotto in me un tale rumore da impedirmi, di fatto, di riordinare le idee e quindi di incominciare a scrivere.
Tutto questo a dispetto di una lettura piuttosto scarna, se pensiamo che il romanzo narra fondamentalmente di come il protagonista, Robert Neville, passi le sue giornate da ultimo sopravvissuto in un mondo popolato da vampiri.
Scritta così, in un periodo di overdose (letteraria-cinematografica-fumettistica) da succhia sangue, qualcuno si chiederà se non mi si sia fumato definitivamente il cervello nell'aver visto qualcosa di buono in una storia apparentemente adatta a certi film da sala cinematografica puzzolente di pop corn e piena zeppa di brufolosi adolescenti.
Grazie a Dio non è così... o almeno non ancora per il momento!
Io sono leggenda” è un romanzo di una fantascienza che oserei definire “borderline”, essendo al suo interno presenti numerosi elementi prelevati da altri generi narrativi quali l'horror, e dove in fondo il vero protagonista non corrisponde al già citato Neville ma bensì a quello stato psichico, molto di moda ultimamente, che è l'ansia; magnificamente rappresentata dallo stile secco e moderno (anche a distanza di quasi sessant'anni) dell'autore.
Si rimane di stucco per come Matheson riesca a rendere così significativa una trama ridotta all'osso, cimentandosi più volte in profonde e lucide incursioni tra i vari generi letterari.
Più si va avanti con la lettura e più si comprende che allo scrittore americano non piacciono le etichette ponendo come suo unico obiettivo quello di raccontare una storia che profumi di imprevedibilità.
Durante la narrazione ogni lettore diventa un Robet Neville, scaraventato già dalla prima pagina in una Los Angeles post-apocalitica.
E lì, nell'oscurità della notte o nelle lunghe e sterili giornate di sole, con un po' di attenzione e sforzando la vista lo si può scorgere : Si, è proprio lui, Richard Matheson!
Uno straordinario e sadico regista indaffarato, dietro la macchina da presa, a dispensare ansia.
L'ansia di una giornata infinita passata in piena solitudine, di una notte continuamente minacciata dalla morte, di una famiglia spazzata via e che non tornerà più.
L'ansia generata dal senso di impotenza, dalla voglia di capire cosa stia succedendo.
Ed è così che ogni capitolo diventa un universo a se stante dove quello che accade funziona da pretesto per riflettere, a volte con ironia, sull'animo umano, sulla società contemporanea, persino su Dio.
Ed è proprio la semplicità della trama a favorire tutto questo.
Più volte durante la lettura mi sono ritrovato a sostare tra le pagine di questo libro, perso con l'amaro in bocca tra mille spietati pensieri.
E in fin dei conti, pensandoci bene, chi legge (come il sottoscritto) lo fa per libri come questo...

mercoledì 22 maggio 2013

Echo - Jack McDevitt



10.000 anni nel futuro: Alex Benedict è un semplice commerciante di antichità che si imbatte casualmente nel ritrovamento di una strana stele incisa con dei caratteri sconosciuti.
Le vicende narrano di come l'oggetto, inizialmente quasi snobbato poiché ritenuto di scarso interesse, diventi improvvisamente il centro di una contesa dai risvolti a tratti mortali.
Parallelamente, le ricerche sulla vita dell'archeologo scomparso Somerset Tuttle (vecchio proprietario della stele) porteranno i protagonisti a chiedersi se sia davvero la razza umana la sola a popolare l'universo.

Jack McDevitt è uno scrittore di fantascienza piuttosto famoso negli Stati Uniti, dove ha ottenuto importanti riconoscimenti come il “Premio John W.Campbell” nel 2004 e il “Premio Nebula” nel 2006, ma che qui in Italia è stato pubblicato solamente tre volte a causa dello scarso interesse per la fantascienza in generale e per la lunghezza eccessiva delle sue opere che le renderebbero poco adatte a certe collane da edicola, ormai rimaste le uniche in grado di venire incontro a noi poveri appassionati lettori di fantascienza.
Echo” è un romanzo scritto bene, con alla base un'idea classica e suggestiva, ma che in alcuni punti risulta un po' dispersivo a causa, forse, del fallito tentativo dell'autore di rendere l'intreccio più complesso.
L'opera, comunque, sa custodire in sé diversi momenti di riflessione sul rapporto uomo-universo, affrontati con una maestria tale da rendere perdonabili certe lacune della narrazione.

Esistono nell'universo altre civiltà oltre alla nostra? E quanto sono evolute? E se noi umani fossimo semplicemente frutto della casualità? Ci possono essere pianeti simili alla Terra? E se distante anni luce da noi ci fossero altri uomini ignari dell'esistenza del nostro pianeta?
Sono molteplici le domande che McDevitt in maniera molto intelligente si pone durante la narrazione, andando a impreziosire il romanzo con una buona dose di fascino e spessore.
Tirando le somme, Echo è un'opera nel complesso interessante, a tratti un po' forzata e dispersiva ma che tuttavia mi sento di consigliare spassionatamente.

CURIOSITÀ

Per chi non lo sapesse, Echo è stato pubblicato per la prima volta nel 2010 e rappresenta il quinto romanzo del ciclo di Alex Benedict. Del suddetto universo letterario, formato da sei romanzi a sé stanti, fa parte anche “Seeker”, pubblicato nel 2009 sul n.1546 di Urania. Infine, a esaurire la breve lista delle opere di McDevitt tradotte in Italia, troviamo “Il sonno degli dei” (Urania n.1340, 1998) dal quale presero forma tutti i suoi successivi romanzi di archeologia spaziale, vera e propria specialità di un autore assolutamente da tenere d'occhio.

martedì 7 maggio 2013

La città nelle nuvole - Geoffrey A. Landis



In un futuro imprecisato, la colonizzazione spaziale, ben radicata e promossa esclusivamente da potenti industriali, ha trasformando l'universo in una vera e propria ultima frontiera per le più varie e disparate classi sociali.
All'interno di questo scenario si muovono i due protagonisti : Leah Hamawaka, studiosa di ecologia marziana, e il suo assistente David Tinkerman.
Leah viene invitata su Venere dal Sultano delle Nuvole, proprietario della maggior parte delle città galleggianti situate nell'atmosfera del pianeta, ed è da questo momento che la vicenda, tra azione, mistero e un pizzico di spionaggio, comincia a prendere forma svelando una società molto particolare e immersa in un ambiente fortemente suggestivo e accattivante.

La città nelle nuvole” è un romanzo breve, o un racconto particolarmente lungo, di “hard science fiction”, un sottogenere della fantascienza la cui colonna portante della narrazione è rappresentata da rigorose teorie scientifiche.
Landis oltre a essere scrittore è prima di tutto uno scienziato della NASA e questo, scorrendo le pagine della sua opera, si sente.
L'universo da lui ideato è talmente fantasioso e ricco di descrizioni dettagliate da appesantire a tratti la lettura. Anzi, a volte, si ha la sensazione che l'autore abbia un'immaginazione così grande da sfiorare i limiti fisiologici della scrittura, facendo rimpiangere la mancanza a fine volume di qualche schizzo esplicativo di supporto.
Il romanzo, stilisticamente, sa conquistare; sopratutto per quell'effetto “dissolvenza” tra un evento e l'altro che di fatto ha reso inutile qualsiasi divisione, in capitoli o paragrafi, del testo.

Volendo tirare le somme, siamo di fronte a un opera dalla pre produzione geniale e minuziosa, scritta straordinariamente bene ma che trova nella povertà dell'intreccio e in una certa fretta di voler arrivare alla “fine”, i suoi peggiori difetti.
A farne le spese troviamo anche i personaggi, dal grande potenziale ma il cui profilo psicologico viene solamente appena accennato.
“La città nelle nuvole” rimane un romanzo veloce da leggere, che sa affascinare quanto deludere ma che tuttavia consiglio a tutti quelli che vogliono accostarsi velocissimamente per la prima volta a un opera di “hard sf”.

EDIZIONI e CURIOSITÀ

“La città nelle nuvole” di Geoffrey A. Landis è stato finalista al "premio Hugo" e al "premio Nebula" vincendo il "premio Theodore Sturgeon".
Il romanzo, del 2011, è stato pubblicato in Italia da DelosBooks (Collana Odissea) sia nel formato cartaceo che digitale.